La gara sociale del 6 marzo 2010
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Questa
la scrivo, voglio ricordarmela. Non é stata una bella giornata, ma vale
la pena di tenerne conto in futuro, potrebbe capitare ancora..
Il 6 marzo é in programma la prima gara del campionato sociale; é
chiaro che non voglio perdermela, ma la settimana non promette niente
di buono. Comincio ad avere problemi già il sabato prima, mali di
stagione, niente di grave, tengo duro.. Arrivo al sabato sfinito,
imbottito di antibiotici ma deciso a vendere cara la pelle. Mi alzo
presto, ho delle cose da sbrigare a casa, porto a scuola i ragazzi,
sistemo i miei casini, carico la jap sul carrello e mi accorgo che mia
moglie ha messo la pettorina in ammollo e l'ha lasciata lì! Poco male,
penso, tanto si ascuiga subito.. dal peso avrà assorbito una decina di
litri d'acqua. La appendo al manubrio e parto, lasciandola sventolare
per asciugarla. Che spettacolo! Finalmente arivo sul Sacro Greto: sono
quasi le 11.30; pensavo di trovare tutto il Grand Prix e la pista
praticamente pronta, l'idea era di arrivare lì, rompere le balle per
far aggiungere un paio di curve per rendere più tecnico il percorso e
scroccare 7-8 panini. Invece chi ti trovo? C'é solo Nico, disperso nel
canalone e in preda ad una crisi mistica. Gira come un'anima perduta
dalle otto di mattina, ha lasciato tracce in tutto il greto per 10-12
chilometri, e continua a ripetere 'No ghea femo mia, sé tardi, semo
masa pochi!' Cominciamo subito a piazzare fettucce e frecce, arrivano
anche due kinder e perfino il Geometra, ma effettivamente il tempo é
pochino: riusciamo a finire giusto in tempo, tra l'altro non é venuta
poi male..
A questo punto comincio a percepire che qualcosa non gira per il verso
giusto: suona il telefono di Nico, rispondo io, lui sta attaccando
frecce. Dico 'Non sono Nico', e lui mi fa 'E chi sei?'. Non é una
domanda stupida, ma mi coglie di sorpresa. Ci penso mezzo secondo e gli
dico 'Sono il Geometra!', poi mi correggo 'No, scusa, sono Clark Kent'.
Non voglio neanche sapere cosa ha pensato..
Mangiamo un panino al volo e siamo pronti per la ricognizione della
pista. Sono previsti tre giri, quando partono per il primo mi ricordo
che devo mettermi la pettorina (lasciata ad asciugare attaccata ad una
pianta). Ci metto una vita, la pettorina é ancora bagnata e fredda, poi
non riesco ad allacciarmi il casco nuovo, mi aiutano e finalmente
riesco a partire, sono in ritardo di 3-4 minuti. Parto col motore
freddo (sbagliatissimo, l'Hondina potrebbe offendersi..), faccio 7-8
curve e mi trovo davanti un tronco di traverso: provo a passarci sopra,
ma lo prendo di schifo e vado per terra (ci sono passati sopra in
venti, non l'ha visto nessuno?). Sono sfinito, rialzo la moto, sposto
il tronco e tento di ripartire.. niente da fare, l'Honda non vuole più
saperne di mettersi in moto! Provo a tirare l'aria e così la moto va,
anche se col minimo intorno ai cinquemila.. Mi ricongiungo al gruppo,
riprovo diverse volte, niente da fare, é entrato qualcosa nel
carburatore. Nico mi dice che a lui queste cose non succedono, lo mando
a cagare mentalmente perché non ho fiato. Secondo me la jap sta
cercando di farmi capire che non ama le partenze a freddo... a
ripensarci forse non era nemmeno sporco il carburatore, era ancora
fredda, ma ero talmente fuori che non ci ho proprio pensato. Marco
Marchiani mi dice di provare a sgasare che magari si spurga, ci provo e
sembra che funzioni (probabilmente si é solo scaldato il motore...).
Dopo il briefing parto per il giro di ricognizione, faccio qualche
curva e l'Honda si spegne di nuovo! Mi viene da piangere, la mia fede
incrollabile nella tecnologia nipponica vacilla di fronte al fatto
abbastanza evidente che la moto non parte più, neanche tirando l'aria.
In un raro momento di lucidità controllo il rubinetto.. sono partito
con la benzina chiusa. Comincio a capire che non sarà la mia giornata.
Riesco a finire il giro senza altri problemi, ma ho capito che non sono
al top..
Si comincia a girare col cronometro, ho fatto solo un giro di prova, ma
va bene così, la pista l'ho vista a piedi, me la ricordo abbastanza. Il
Mago del Magro mi racconta che é partito con la benzina chiusa, meno
male, non sono l'unico coglione.. Mi accodo a Nico alla partenza,
dietro di me il Geometra. La sfida é aperta! Parte Nico, che rumore di
merda che fa l'Usaber! Poi parto io, stavolta il motore é ben caldo, ma
già dalla seconda curva comincia a perdere colpi. Mi distraggo un
attimo e sbaglio strada, esco di pista e mentre mi giro per rientrare
mi si spegne il motore. Ok, nessun problema, c'é il bottone.. ma
l'Hondina non parte più. Cosa avrò fatto stavolta per offenderla così?
Resto lì, fermo ai margini della pista, vedo passare il Geometra, non
posso fare a meno di pensare per l'ennesima volta ma dove l'ha trovato
quel cazzo di casco? Dopo aver mandato affanculo un centinaio di volte
l'imperatore del Giappone e tutti i suoi sudditi ecco che si accende
una spia, un piccolo led rosso ai margini della consapevolezza, come
una di quelle cose viste con la coda dell'occhio ma di cui poi non si
può essere sicuri. Sono partito di nuovo con la benzina chiusa. Mi
sento indegno, come ho potuto dubitare che la mia Honda potesse avermi
tradito in questo modo? A questo punto devo prendere una decisione in
fretta, il cronometro avanza impietoso. Di continuare il giro non se ne
parla, é chiaro che ho un'intercapedine al posto del cervello, rischio
anche di farmi male. Del resto se mi fermo e sto lì a guardare gli
altri che girano rischio una crisi depressiva, poi finisce che Nico
viene a prendermi per il culo, rischio di fare male a lui.. Torno alla
partenza, urlo ai cronometristi che mi ritiro, mi metto la giacca e
scappo via. Tanto per concludere caricando la moto sul carrello manco
la rotaia e per poco non mi ammazzo. Torno a casa, mi metto a letto
facendo finta che questa giornata sia finita per davvero, anche se so
già che devo ancora affrontare la telefonata del Geometra e il
messaggio di Nico.
Andrà meglio la prossima volta..